BIOGRAFIA
Ginevra Di Marco (Firenze, 1970) appare nel 1993 quando partecipa come ospite in “Ko de mondo”,
primo disco dei CSI. Le sue qualità vocali la fanno subito notare, e già dal seguente disco “In quiete”,
registrato dal vivo, la si può considerare prima voce al fianco di Giovanni Lindo Ferretti, cantante del
gruppo. Con il Consorzio Suonatori Indipendenti resterà per i dieci anni successivi, condividendo
tutti gli album in studio e i tour.
Dal 1999 inizia una parallela carriera solista con la collaborazione di Francesco Magnelli, anch’egli
membro dei CSI. La prima è una produzione insolita, che vede la cantante musicare dal vivo le
immagini del film muto “Il fantasma dell'opera” del 1920 (con Lon Chaney).
Sempre nel 1999 esordisce da solista con l’album “Trama tenue”, con il quale vince la Targa Tenco e
il Premio Ciampi come miglior disco di esordio. Collabora inoltre con Max Gazzè (con il quale tra il
2001 e il 2002 condividerà un intero tour teatrale nei teatri) e Cristiano Godano dei Marlene Kuntz,
ospiti entrambi nel suo disco.
Nel 2001, allo scioglimento dei CSI, continua la collaborazione con alcuni componenti del gruppo
attraverso il nuovo progetto PGR, dove cura molte delle linee melodiche dei testi scritti da Ferretti
nell’omonimo disco.
Nel 2004, assieme a Magnelli, lascia i PGR per seguire altre direzioni. Si arriva così a “Disincanto”
(2005), frutto dolciastro dal cuore amaro, undici episodi di grande versatilità. La coerenza del percorso
di Ginevra rimane intatta, non si disperde e raccoglie il frutto di tutte quelle esperienze che le hanno
insegnato il mestiere dell'essenzialità e della floridezza, il peso specifico delle sfumature, la
complessità dello stare al mondo, su questo mondo, in questo tempo.
Nei due anni successivi Ginevra si dedica quasi esclusivamente alla grande esperienza musicale e di
vita intrapresa con lo spettacolo “Stazioni Lunari”. La natura itinerante del progetto, ideato da
Francesco Magnelli, le permette di allargare ulteriormente gli orizzonti.
Il concerto è un evento che ogni volta si rinnova di artisti diversi ma ugualmente stimolati dal
partecipare a uno spettacolo che si allontana dall’idea di kermesse per diventare una condivisione reale
e compartecipata di musica.
Ginevra impara a comprendere e a interagire con altre situazioni capendo finalmente che è
nell’apertura verso le altre culture il suo fuoco di interesse e il suo destino.
Da qui inizia il suo nuovo grande viaggio: quello che parte dalla tradizione della sua Toscana per
allargarsi ai canti popolari del Mediterraneo.
Arriva così a registrare “Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre”, uscito nel novembre 2006.
Canti dal margine della Storia, da un mondo profondo e dimenticato: Romania, Ungheria, Grecia, i
Balcani, gli Slavi, i Rom, il Portogallo, la Bretagna, il Messico, il Cile, gli italiani del Sud e quelli di
Toscana. Arrangiamenti e rivisitazioni volti a coinvolgere il pubblico con il calore ed il sapore delle
feste di paese, delle danze, della musica cantata dalla gente, rivisitazioni realizzate con il fondamentale
apporto di Francesco Magnelli al piano e Andrea Salvadori alle corde con i quali la collaborazione
continua in un sodalizio che, anche negli anni a venire, si farà sempre più costante e intenso.
Nello stesso solco si inserisce “Donna Ginevra” (2009), ancora un viaggio nel profondo delle
tradizioni e dei margini, recuperando brani come frammenti di Storia più o meno sommersa e
dimenticata. Passando da Napoli a Cuba, dalla Bretagna al Lazio, dalla Toscana al Cilento e ai Balcani,
la voce di Ginevra si conferma interprete a tutto tondo sposando con trasporto e generosità la vitalità
delle proteste popolari, le doglianze e le meditazioni sulla difficile arte di stare al mondo, i volti diversi
e complementari dell'amore. Da sottolineare infine l'inclusione in scaletta di due pezzi firmati Luigi
Tenco e Pino Daniele, quasi si intendesse additare quel legame tra canzone d'autore e vita ad altezza
d'uomo un tempo saldissimo e oggi parecchio più labile, o se preferite astratto.
Il disco vince la Targa Tenco 2009 per la migliore interpretazione.
Nel 2011 esce un nuovo lavoro discografico dal titolo “Canti, richiami d’amore”. Nato da
un'esperienza live, ovvero il concerto di Natale 2010 presso la basilica di Santa Croce a Firenze, il
disco è una registrazione studio in presa diretta di quell'esperienza: un excursus tra la canzone d'autore
e quella popolare; brani tratti dal cantautorato italiano di qualità e dalla secolare produzione delle varie
regioni d'Italia.
Sempre nello stesso periodo si crea un meraviglioso sodalizio tra Ginevra e la grande scienziata
Margherita Hack: entrambe fiorentine, decidono di creare uno spettacolo che, tra musica e parole,
racconti il’900 e la storia più moderna del nostro paese, tra i limiti, le risorse e la speranza di
cambiamento.
Nasce così “L’Anima della terra vista dalle Stelle”, uno spettacolo dal vivo che troverà grande
riscontro per i cinque anni successivi nei teatri di tutta Italia.
Margherita Hack racconta il suo Novecento. Il fascismo, la rinascita del dopoguerra, la fine del
secondo millennio, affronta tematiche sociali scottanti quali immigrazione-emigrazione, nuove energie,
lavoro, corruzione. Ginevra canta canzoni come Amara terra mia e Malarazza di Domenico Modugno,
Gracias a la vida di Violeta Parra, Montesole dei PGR in una struttura di spettacolo in cui il racconto di
Margherita Hack è "la memoria", il canto di Ginevra Di Marco è "il motivo". Fondamentale l’apporto
di Andrea Salvadori e Francesco Magnelli che sul palco, oltre a suonare, interagiscono con
Margherita con interventi, domande e battute sagaci che contribuiscono a provocare quelle risposte
cariche di simpatia e spontaneità proprie della Prof.ssa Hack e che l’hanno resa popolare e amatissima
dagli italiani.
Dallo spettacolo viene tratto un libro corredato da un DVD contenente un film documentario con la
regia di Andrea Salvadori.
Negli ultimi anni Ginevra continua ad incrociare volti, suoni, memorie, e fa suoi canti in lingue diverse,
si confronta con artisti del panorama nazionale e internazionale in uno scambio musicale e umano.
A questo proposito citiamo il tour nell’estate 2014, con L’orchestra di Piazza Vittorio, un fantastico
ensemble di 18 musicisti provenienti da dieci diversi paesi del mondo.
Nel 2015 avviene uno degli incontri più prestigiosi nella carriera di Ginevra Di Marco:
nella cornice del “Dedica Festival” di Pordenone, festival di letteratura dal mondo giunto alla sua XXI
edizione, si concretizza l’incontro tra Ginevra e lo scrittore Luis Sepulveda, suo grande estimatore
seppur Ginevra mai lo avrebbe immaginato.
Nasce il reading poetico-musicale “Poesie senza patria” dove Luis Sepulveda e la moglie, la poetessa
Carmen Yanez, leggono molte delle loro poesie accompagnate dalla musica del trio di Ginevra che
costruisce, come sempre, una tessitura musicale, tra concetti e richiami, che perfettamente si sposa con
la natura poetica degli autori.
Lo spettacolo riscuote un enorme successo e viene riproposto l’anno successivo, a maggio 2016, a
Perugia nella storica Sala dei Notari.
Sempre nel 2015 partecipa alla riedizione di quel “Bella Ciao” che é stato il più influente spettacolo
folk del secolo scorso. Il progetto porta il nome de Il nuovo Bella Ciao; la direzione artistica è affidata
da Franco Fabbri a Riccardo Tesi. Sul palco Ginevra canta con due importanti esponenti del folk e
della musica popolare: Elena Ledda e Lucilla Galeazzi.
Lo spettacolo viene selezionato al Womex nell’ottobre 2016 e si appresta ad effettuare un importante
tour europeo.
Sempre nel 2015 viene invitata come Madrina al Premio Bianca D’Aponte.
Nel 2016 riceve il Premio Maria Carta.
A maggio del 2017 esce “La Rubia canta la Negra” un disco dedicato a Mercedes Sosa, la più grande
cantora dell’America Latina e simbolo della lotta per i diritti civili in Argentina. Un lavoro che
contiene, oltre a numerosi brani della Sosa, tre brani inediti. Un disco appassionato, di grande valore
culturale che viene accolto molto bene dalla critica e dal pubblico assicurando a Ginevra e ai suoi due
anni di concerti in tutta la penisola. Anche con questo disco Ginevra vince il Premio Tenco 2017 come
miglior interprete.
Nel 2018 Ginevra intraprende un nuovo viaggio in compagnia di Cristina Donà, storica cantautrice
della scena indipendente italiana fin dagli anni ’90 e sua grande amica.
Decidono di percorrere insieme una parte del loro cammino, dapprima con alcuni concerti dove le due
artiste, che hanno sempre nutrito grande stima reciproca e intrecciato le loro voci in maniera naturale e
bellissima, mescolano il loro repertorio di canzoni, concretizzando un’idea spontanea che diventa via
via un’inarrestabile esigenza di condivisione. Su quest’onda di idee ed emozioni nasce nel 2019
il disco di Ginevra Di Marco e Cristina Donà che porta il nome delle due artiste.
Questo lavoro, realizzato grazie a una fortunata e partecipatissima campagna di crowdfunding, si
compone di alcuni brani inediti e di altri scelti dai rispettivi repertori, per l’occasione totalmente
riarrangiati e reinterpretati. Segue l’uscita del disco un fortunato tour di concerti, che proseguirà fino al 2020, dove l’intesa tra le due artiste è magica e tangibile e la loro naturalezza e potenza espressiva incanta.
Due donne, insieme. Un messaggio forte, importante, che sa imporsi all’attenzione del pubblico e lo
contagia.
Nel mese di ottobre del 2019 Ginevra e Cristina ricevono il Premio Speciale del M.E.I. (Meeting delle
Etichette Indipendenti) per il loro progetto discografico.
Il 2020 è l’anno della pandemia Covid-19. Il settore musicale, del teatro e delle arti in genere viene completamente travolto e si ferma.
Ginevra Di Marco decide, con i suoi, di produrre un nuovo disco che affonda le sue radici nello spettacolo dal vivo e nei concerti realizzati tra il 2018 e il 2019 in cui fu riletto il repertorio di Luigi Tenco con uno sguardo trasversale tra musica classica e moderna.
Un lavoro complesso, come solo il confronto con i grandi autori sa essere.
In Quello che conta – album ancora una volta realizzato con una campagna crowdfunding accolta con entusiasmo dal pubblico - Ginevra Di Marco fa sue le canzoni di Tenco, vestendole con un nuovo abito musicale: un delicato equilibrio che non tradisce lo spirito originale ma le rinnova, permettendo sempre alla loro essenza più profonda di affiorare.